Cos’è il cancro?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il cancro (o tumore o neoplasia) non è solo una malattia ma un gruppo di malattie che possono iniziare in quasi tutti gli organi o tessuti del corpo ed è caratterizzato dalla crescita incontrollata di cellule anormali che valicano i loro confini abituali per invadere parti adiacenti del corpo e/o diffondersi ad altri organi, con un processo chiamato metastatizzazione.
Il cancro è una malattia genetica causata dall’accumulo di anomalie genetiche (mutazioni ed alterazioni cromosomiche) e di modificazioni epigenetiche a carico di geni che controllano proliferazione, differenziamento, morte cellulare e integrità del patrimonio genetico. Le mutazioni possono essere spontanee o derivare da errori di replicazione o da danni al DNA causati da agenti “carcinogeni”, interni o esterni.
La cancerogenesi, ossia la trasformazione di una cellula sana in una cellula tumorale, è un processo multi-step lungo e complesso che richiede l’accumulo di più mutazioni nel DNA delle cellule. Le mutazioni che la cellula ha accumulato la rendono incapace di riparare i danni al DNA o di andare incontro a morte cellulare; la conseguente sopravvivenza e replicazione incontrollata della cellula anormale può dare origine ad una massa tumorale. La mutazione è generalmente “somatica”, cioè non viene trasmessa per via ereditaria ma, in una minoranza di casi, una mutazione può essere presente a livello “costituzionale”, cioè in tutte le cellule dell’individuo e quindi essere stata ereditata da uno o entrambi i genitori
Le tappe della cancerogenesi sono tre:
- Iniziazione: le cellule subiscono delle mutazioni a livello del DNA
- Promozione: le cellule con le mutazioni cominciano a moltiplicarsi e a dare origine ad altre cellule contenenti anch’esse le alterazioni a carico del DNA
- Progressione: si forma un raggruppamento di cellule tumorali
Tumori benigni e maligni
Non è detto che la massa che si è venuta a formare in seguito a questo processo sia maligna. Spesso le neoformazioni sono benigne, cioè rimangono ben localizzate nell’organo dove si sono formate, delimitate all’interno di una capsula e senza invadere i tessuti vicini.
Sono tumori caratterizzati da crescita lenta e prognosi favorevole.
Le forme tumorali benigne più comuni sono:
- Adenoma, papilloma: di origine epiteliale
- Lipoma, fibroma, angioma, condroma, osteoma: di origine mesenchimale
- Meningioma, neurinoma: si sviluppano nel tessuto nervoso
- Nevo: si sviluppa nella pelle
Con il tempo, un tumore benigno può rimanere tale oppure trasformarsi in maligno e per questo motivo non è raro che una massa benigna venga asportata.
Il processo di trasformazione di un tumore benigno in maligno può essere rapido oppure richiedere tanti anni.
Si parla di cancro solo quando il tumore è maligno.
Le neoformazioni maligne, a differenza delle benigne, hanno la capacità di svilupparsi in maniera incontrollata, in alcuni casi senza diffusione ad altri tessuti oltre quello di origine (esempi di cancri in situ: cancro della mammella, melanoma, cancro del colon, ecc): In altri casi, la capacità del tumore di espandersi a distanza, ovvero al di fuori della sede di insorgenza del tumore primitivo, permette l’invasione di organi distanti con un processo che prende il nome di metastatizzazione e le nuove masse che si formano si chiamano metastasi.
La prognosi spesso è infausta. Nella maggior parte dei casi, infatti, la presenza di metastasi è indice di malattia in fase molto avanzata.
La diffusione del tumore può avvenire:
- Per via ematica: attraverso il flusso sanguigno
- Per via linfatica: attraverso il circolo linfatico
- Per via endocavitaria: disseminazione diretta all’interno di una cavità corporea o condotto naturale
Indipendentemente dalle vie di diffusione, il tumore può diffondersi in qualsiasi parte del corpo anche se le sedi più comuni di metastasi sono fegato, polmone, ossa e cervello.
Le forme tumorali maligne più comuni sono:
- Carcinoma: di origine epiteliale
- Sarcoma: di origine mesenchimale
- Mieloma, linfoma, leucemia: si sviluppano nel tessuto linfoemopoietico
- Astrocitoma e glio-neuro-retinoblastoma: si sviluppano nel tessuto nervoso
- Melanoma: si sviluppa nella pelle
Quali sono le cause del cancro?
Come abbiamo già detto, il cancro è una malattia genetica causata da un accumulo di un numero critico di mutazioni, ma perché compaiono queste mutazioni? In alcuni casi sono dovute a errori casuali durante il ciclo vitale delle cellule, in altri casi possono essere causate dall’esposizione a fattori ambientali mutageni oppure possono essere ereditate da uno o entrambi i genitori.
I geni che, se alterati, sono coinvolti nell’insorgenza del cancro sono i seguenti:
- Oncogeni: sono geni che in condizioni normali si attivano per far replicare le cellule quando necessario. Se subiscono delle mutazioni, inducono le cellule a moltiplicarsi senza controllo.
- Oncosoppressori: sono geni che in condizioni normali si attivano per bloccare la replicazione delle cellule. Se subiscono delle mutazioni non riescono più a porre un freno alla crescita cellulare.
- Geni coinvolti nei meccanismi di riparazione cellulare: sono geni che in condizioni normali si attivano per riparare eventuali danni al DNA. Se subiscono delle mutazioni perdono la loro capacità di riparare il DNA, di conseguenza le cellule possono trasformarsi in tumorali.
- Geni coinvolti nel processo di apoptosi (morte cellulare programmata): sono geni che in condizioni normali, quando la cellula subisce un danno irreparabile, si attivano per farla andare incontro a morte cellulare evitando così danni sull’organismo. Se questi geni subiscono delle mutazioni non sono più in grado di far “morire” la cellula danneggiata che di conseguenza continua a crescere in maniera anomala.
Quali sono i fattori di rischio?
I fattori di rischio sono tutti quei fattori che aumentano la probabilità di sviluppare il cancro perché aumentano il rischio di mutazione.
Alcuni di questi fattori non sono modificabili, cioè non dipendono dalla volontà umana pertanto non possono essere modificati in nessun modo. Altri, invece, sono modificabili cioè dipendono dalla volontà umana e su di essi è possibile intervenire per ridurre il rischio di ammalarsi.
Non è possibile identificare un singolo fattore di rischio coinvolto nella genesi tumorale; il cancro infatti è una malattia multifattoriale ossia ci sono tanti fattori di rischio che si sommano e determinano l’insorgenza della malattia.
- Età: l’invecchiamento è uno tra i più importanti fattori di rischio per lo sviluppo del cancro. Lo dimostra il fatto che l’incidenza dei tumori aumenta drasticamente dopo i 55 anni. Questa relazione è spiegata dal fatto che con il passare degli anni diminuiscono le capacità di difesa e i meccanismi di riparazione nel nostro corpo mentre si continua ad essere esposti a fattori cancerogeni.
L’età è un fattore di rischio non modificabile.
Le forme di cancro tipiche dell’età adulta sono:
- Prostata
- Polmone
- Colon-retto
- Vescica
- Stomaco
- Mammella
- Pancreas
- Fattori ereditari ossia geni ereditati da uno o entrambi i genitori. Se ci sono in famiglia casi di tumore è possibile che i geni responsabili di tale tumore vengano ereditati dai figli. Ereditare un gene mutato da un familiare non significa ammalarsi sicuramente di cancro nel corso della vita, ma solo avere una maggiore rischio di svilupparlo. Perché il tumore possa svilupparsi, infatti, è necessario non solo ereditare il gene ma accumulare anche altri errori.
La familiarità è un fattore di rischio non modificabile.
Tuttavia sono a disposizione test genetici che permettono di identificare eventuali mutazioni. Un risultato positivo indica che si ha un maggior rischio di sviluppare il tumore mentre un risultato negativo non esclude che non ci si possa ammalare di cancro ma certamente si è meno a rischio in quanto non sono stati ereditati i geni alterati. La conoscenza del risultato del test genetico può consentire l’attuazione di protocolli di prevenzione e la partecipazione a programmi di screening precoce, oltre che cambiamenti dello stile di vita.
La possibilità di sottoporsi a questi test deve essere valutata con il proprio medico quando è presente un reale di rischio di ammalarsi.
Le principali forme ereditarie sono
- Tumore del colon
- Tumore della mammella
- Tumore dell’ovaio e dell’utero
- Retinoblastoma
- Tumore della prostata
- Tumore dello stomaco
- Tumore del pancreas
- Tumore della tiroide
- Melanoma
- Stile di vita gioca un ruolo importante nello sviluppo del cancro sotto diversi aspetti. Se tutti adottassero uno stile di più sano le diagnosi di cancro sarebbero nettamente più basse.
I fattori legati allo stile di vita che incidono maggiormente sono i seguenti:
- Fumo con il quale si inalato tantissime sostanze cancerogene come catrame, arsenico, benzene e cadmio. Alcuni cancerogeni contenuti nel fumo di sigaretta agiscono direttamente sul DNA provocando mutazioni, altri interferiscono con i meccanismi di riparazione del DNA, altri ancora impediscono la rimozione delle sostanze tossiche. Il fumo è correlato soprattutto con lo sviluppo del tumore al polmone, cavo orale, gola, esofago, pancreas, colon, vescica, rene e mammella.
- L’abuso di alcool contribuisce allo sviluppo tumorale mediante diversi meccanismi: nella bocca, gola e fegato irrita le mucose impedendo alle cellule danneggiate di ripararsi correttamente, aumenta la permeabilità delle mucose ad altri cancerogeni e, una volta metabolizzato nel colon, porta alla formazione di acetaldeide che è una sostanza cancerogena.
- Alimentazione che, se scorretta, sembrerebbe essere correlata all’aumento dei processi infiammatori e alla produzione di fattori di crescita. Le principali forme tumorali associate ad un’alimentazione squilibrata sono a livello dell’esofago, stomaco, colon-retto, fegato, prostata, mammella, ovaio e utero.
- Sovrappeso e obesità in quanto sono condizioni che generano nell’organismo uno stato infiammatorio cronico ed una serie di squilibri ormonali. Chi ha un indice di massa corporea superiore alla media ha un maggior rischio di sviluppare un tumore soprattutto a livello del pancreas, fegato, esofago, mammella, ovaio e prostata.
- Sedentarietà: è una condizione associata a maggiore adiposità che a sua volta può facilitare la cancerogenesi mediante l’aumento dell’infiammazione e degli squilibri ormonali. La sedentarietà aumenta il rischio di sviluppare soprattutto tumori dell’ovaio, prostata, utero, colon-retto.
Ognuno di questi fattori legati allo stile di vita è modificabile.
- Fattori ambientali. Anche l’ambiente che ci circonda, il posto in cui lavoriamo, i materiali con cui entriamo in contatto potrebbero aumentare il rischio dell’insorgenza del cancro.
I fattori maggiormente coinvolti sono:
- Inquinamento atmosferico soprattutto quello dovuto alle microparticelle disperse nell’aria ricoperte sulla loro superficie di numerose sostanze tossiche e cancerogene come gli idrocarburi policiclici aromatici. L’inalazione di queste microparticelle è un importante fattore di rischio soprattutto per lo sviluppo del tumore al polmone.
- Esposizione ad agenti chimici cancerogeni come formaldeide, benzene, alluminio, cromo, nichel, radon, radio, amianto, polveri di cuoio e legno. A questi inquinanti sono spesso esposti particolari categorie di lavoratori.
- Radiazioni ionizzanti e raggi X che vanno direttamente a danneggiare la struttura del DNA o alterare l’ambiente cellulare favorendo la trasformazione delle cellule. Le radiazioni possono indurre qualsiasi forma di tumore anche se gli organi maggiormente colpiti sono midollo osseo e tiroide.
- Eccessiva esposizione al sole. Nonostante l’esposizione al sole faccia bene all’organismo soprattutto per la produzione della vitamina D, stare troppe ore sotto i raggi UV potrebbe aumentare il rischio di sviluppare tumori della pelle.
- Agenti infettivi in grado di trasformare le cellule normali in cellule tumorali. Gli agenti infettivi cancerogeni ad oggi identificati sono il virus Epstein-Barr associato al linfoma di Burkitt, i virus dell’epatite B e C, il Papilloma Virus associato al tumore del collo dell’utero, pene, vagina, l’Helicobacter pylori associato al tumore gastrico e l’HIV-1 responsabile di varie forme tumorali. Contrarre una di queste infezioni non significa sviluppare sicuramente un tumore ma ne aumenta solamente il rischio.
Molti di questi fattori di rischio sono modificabili o lo sono solo in parte.
Prognosi
In ogni paziente portatore di una neoplasia sono presenti dei fattori che influenzano la prognosi ossia l’andamento, l’evoluzione della malattia e l’esito dei trattamenti. Questi fattori sono chiamati fattori prognostici e possono essere positivi o negativi ossia possono influenzare positivamente o negativamente l’evoluzione della malattia.
I fattori prognostici si dividono in tre categorie:
- Fattori legati alla malattia:
- Caratteristiche istologiche del tumore. È tra i più importanti fattori prognostici.
- Stadio clinico ossia l’estensione della malattia. È tra i più importanti fattori prognostici.
- Sede e localizzazione del tumore.
- Parametri di laboratorio come i livelli di LDH, VES, fosfatasi alcalina, PSA, CEA ecc.
- Fattori legati al paziente:
- Sesso: la prognosi peggiore spesso la hanno i pazienti di sesso maschile.
- Età: bambini e anziani hanno una prognosi peggiore.
- Condizioni di salute generali
- Fattori legati al trattamento
Statistiche *
Si stima che nel 2017 In Italia verranno diagnosticati poco più di 369.000 nuovi casi di tumori maligni di cui circa il 46 % nelle donne.
Attualmente in Italia il tumore più frequente negli uomini, indipendentemente dall’età, è quello della prostata seguito dal colon-retto, polmone, vescica e rene o vie urinarie. Nelle donne, invece, il più frequente è quello della mammella seguito dal colon-retto, polmone, tiroide e corpo dell’utero.
Secondo i dati ISTAT del 2014, circa il 29 % del totale decessi verificatisi in quell’anno sono stati per tumore (177.301 su 600.000 decessi). Nelle donne i tumori sono la seconda causa di morte (25 % di tutti i decessi) dopo le malattie cardiovascolari (40%) mentre negli uomini le malattie cardio-vascolari e i tumori rappresentano entrambi la prima causa di morte in quanto causano circa lo stesso numero di decessi (34%).
La prima causa di morte oncologica nella popolazione Italiana maschile è il tumore del polmone (27% del totale dei decessi per tumore) seguito dal tumore del colon-retto (11%), prostata (8%), fegato (7%) e stomaco (6%). Nella popolazione femminile, invece, la prima causa di morte oncologica è il tumore della mammella (17% del totale dei decessi per tumore) seguito dal tumore del colon-retto (12%), polmone (11%), pancreas (7%), stomaco (6%).
I dati del 2017, rispetto i precedenti, mostrano un aumento considerevole della sopravvivenza delle persone che hanno avuto una diagnosi di tumore (+ 24%). L’unico tumore per il quale si è verificata una riduzione della sopravvivenza (- 10%) è quello della cervice uterina. Rimane stabile il numero di pazienti che vive dopo una diagnosi di tumore allo stomaco, laringe e ovaio.
Non facendo distinzione per tipologia di tumore e sesso, la sopravvivenza a 5 anni, ossia il numero di persone in vita dopo 5 anni dalla diagnosi, è pari al 60 %, mentre la sopravvivenza a 10 anni è pari al 35 %.
La percentuale dei pazienti guariti, ossia con un’attesa di vita simile alla popolazione sana, è pari al 27%.
* I numeri del cancro 2017 – Gruppo di Lavoro AIOM, AIRTUM, FONDAZIONE AIOM