L’ipnosi
Studi controllati dimostrano che l’ipnosi può essere usata efficacemente nel dolore, sia da cancro sia da procedure mediche. Per esempio, l’ipnosi è stata utilmente usata in un gruppo di bambini sottoposti ad aspirazione midollare. Il massaggio e la riflessologia plantare si sono mostrati utili nell’ansia e nella depressione sia dei malati sia dei parenti. Allo Sloan-Kettering hanno adottato la linea di utilizzano in modo ampio l’agopuntura, uno strumento giudicato efficace e sicuro.
Sul Journal of Clinical Oncology sono stati pubblicati i risultati di uno studio pilota, allestito dal Servizio di medicina integrata dell’Ospedale newyorkese per verificare l’efficacia dell’agopuntura nei confronti della stanchezza profonda che può colpire persone che hanno subito trattamenti chemioterapici.
Molto nota e studiata è la stanchezza in corso di chemio o radioterapia, che spesso è la conseguenza dell’ anemia causata dal trattamento. Meno studiata è la stanchezza che non abbandona persone che hanno concluso i trattamenti anticancro da mesi, se non da anni.
Lo studio pilota doveva verificare il grado di efficacia di un breve ciclo di agopuntura per decidere se vale la pena di allestire uno studio controllato di più ampie dimensioni.
I ricercatori hanno concluso che vale davvero la pena. Otto sedute di agopuntura, con una cadenza di una o due volte a settimana, hanno fatto registrare, nel 95% dei partecipanti, un miglioramento dell’astenia di oltre il 30%. Tra le persone con meno di 65 anni, il miglioramento è arrivato al 40%.
Alcuni di loro hanno risolto completamente l’astenia. (f.b.) E in Italia? Il dato più incoraggiante è la diffusione della Psico-oncologia nei più importanti centri ospedalieri, ma siamo molto lontani dall’idea di fornire i reparti di oncologia di servizi di medicina integrata. Ovviamente non dipende semplicemente da problemi organizzativi, bensì da orientamenti scientifici e culturali.
Andrea Cohen, oncologo della divisione di scienze respiratorie dell’Università del Colorado, a capo del Programma di ricerca in medicina alternativa e complementare della stessa Università, conclude una sua ampia recente rassegna sulle evidenze di efficacia dell’agopuntura in persone con cancro,
con la seguente raccomandazione: “ Come oncologi nel territorio o nei centri accademici, alla luce Progetto web: www.massimilianobenvenu della nostra attuale comprensione dell’agopuntura e della sua efficacia, sembra ragionevole che ne suggeriamo l’uso per pazienti con difficile controllo degli effetti collaterali da chemioterapia come dolore, fatica, nausea e vomito e disturbi dell’umore.”
Sulla base della loro quotidiana esperienza al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center, Barry Cassileth e Gary Deng raccomandano “una giudiziosa integrazione, nella cura del paziente con cancro, di massaggio, terapie mente-corpo, agopuntura e altre terapie complementari, perché queste terapie riducono i sintomi fisici e psichici, offrono al paziente un modo per controllare il proprio benessere, aumentano la qualità della vita, migliorano la soddisfazione del paziente e la relazione medico-paziente.”
David Spiegel, della Stanford University, da due decenni applica un metodo di sostegno che combina tecniche antistress e meditative, con terapie non convenzionali.Non servono infatti studi raffinati per capire che le persone con tumore presentano, in una percentuale importante, alti livelli di stress. Ed è ormai acclarato, da studi su animali e umani, che una situazione del genere mette in crisi il sistema immunitario, principale mezzo di lotta contro il cancro.
Spiegel e altri, negli ultimi vent’anni, hanno dimostrato che la terapia di gruppo dei malati di cancro tramite autoipnosi, yoga e altri interventi mente-corpo, è anche in grado di migliorare l’aspettativa di vita. Tutti gli studi realizzati concordano nel concludere che questo tipo di interventi migliora la qualità della vita dei malati. Perché non prenderne atto e agire di conseguenza?)
La meditazione:
Il termina deriva dalla radice indoeuropea “med”, la stessa che ritroviamo in medicina, con il significato comune di “cura”.
Meditare, a differenza di quanto si possa immaginare non vuol dire pensare, ma portare l’attenzione dentro di noi, rallentando i pensieri, soffermandoci nello spazio che esiste tra un pensiero ed il successivo, testimoni di un graduale rallentare degli stessi, fino al raggiungimento della consapevolezza senza pensieri e di li oltre, lo stato di Yoga.
Questa condizione viene definita dalla scienza come “stato alterato di coscienza”, in realtà corrisponde ad una condizione di espansione e dilatazione della coscienza, verso dimensioni trascendentali supermentali.
Lo scopo principale della meditazione sta nel raggiungere lo Yoga, l’unione.
Il tramite, un percorso individuale che inizia, spontaneamente, con la realizzazione del Se e che prosegue con la graduale conoscenza del proprio spirito, per terminare con l’unione di esso all’energia onnipervadente, manifestazione del Divino Creatore.
Il riflesso, il dono che consegue a questa ricerca è il ripristino degli alterati equilibri nel nostro corpo cui conseguono salute, benessere e crescita.
Una interpretazione scientifica appare complessa, ma e ’in realtà abbastanza semplice: ad ogni stato di coscienza corrispondono delle modifiche biochimiche nel nostro corpo e ogni molecola chimica, ha un effetto sulla nostra psiche e sullo stato di coscienza. Il concetto può essere sintetizzato come “chimica delle emozioni” e coinvolge le tre parti di cui siamo costituiti: mente, corpo e spirito.
In questa ottica interpretativa il sistema nevoso, il sistema immune ed il sistema endocrino costituiscono una complessa rete e perdono le semplici accezioni meccaniche attribuite loro in passato,divenendo entità profondamente connesse e legate in modo indelebile, intervenendo in particolare il sistema immunitario, in ogni sistema biologico.
Un grande limite del nostro tempo è il continuo abuso del pensiero razionale, proiettato freneticamente, in modo ossessivo, su preoccupazioni e problemi, associato ad un inappropriato uso e gestione della risorsa costituita dal nostro corpo, che ci precipita gradualmente in una condizione di ansia, stress, angoscia, non salute. Tutto ciò accentra continuamente la nostra attenzione ed i nostri pensieri, condizionando le nostre azioni.
San Francesco una volta disse di stare attenti a parlare di disgrazie e disperazione perché avrebbero potuto divenire il nostro destino.
Diverse culture ci propongono in modo sottile, ma esplicito, una conoscenza profonda, intima ed innata in ciascun individuo, indipendente da origine, cultura e razza di appartenenza.
Meditazione e cancro
La documentazione internazionale ufficiale riporta attualmente 1270 titoli inerenti studi sulla meditazione e sua applicazione nelle più varie branche della medicina.
Novantuno i titoli relativi al cancro e ventitre le review.
La più recente, pubblicata nel numero di ottobre-novembre su Cancer J, riporta lo stato dell’arte sulla meditazione e le sue applicazioni in oncologia.
E’ interessante notare come una percentuale variabile dal 7% al 54% dei paz. Oncologici negli Usa faccia uso di terapie alternative e complementari “CAM”.
Molto variano le diagnosi e lo stadio della patologia dei fruitori, la maggioranza ha in comune tale scelta con uno scopo di tipo palliativo, inteso ad una riduzione dei sintomi, effetti collaterali dei trattamenti ed una eventuale stimolazione del sistema immune.
Pochissimi praticano tale scelta con finalità curativa.
Ciò deve fare riflettere per la posizione intrapresa da questi malati, che riflette una conoscenza solo superficiale del potenziale anche guaritivo che diverse terapie complementari posseggono, specie se applicate, appunto , complementariamente, a protocolli curativi convenzionali.
Secondo un elenco che raccoglie le varie tecniche, l’agopuntura dell’orecchio, il tocco terapeutico,e l’ipnosi aiutano la gestione del dolore da cancro.
La musicoterapica, il massaggio e l’ipnosi possono essere efficaci sull’ansia, mentre sia l’agopuntura che il massaggio si rivelano utili nella gestione della astenia.
L’agopuntura e alcuni fitofarmaci possono ridurre nausea e vomito da chemioterapia mentre l’ipnosi e le tecniche di visualizzazione guidata possono prevenire l’insorgenza degli stessi sintomi.
Le tecniche basate sul rapporto mente-corpo come la meditazione sono efficaci nella gestione della depressione e dell’ansia.
Studi futuri dimostreranno come in realtà la meditazione abbia potenzialità molto vaste, essendo il limite della ricerca attuale, la valutazione di pochi sintomi.
Si evince inoltre dallo studio che la maggior parte delle terapie “CAM” sono sicure quando applicate da un conoscitore, che sia esperto nel trattamento e cura dei pazienti affetti da cancro.
Un’altra review molto interessante pubblicata in giugno , quest’anno, su “Integr. Cancer Ther.
incentra l’attenzione sui consistenti benefici ricavati dai pazienti, che riassume come miglioramento delle funzioni psicologiche, riduzione dei sintomi da stress, aumento del benessere e migliore capacità di affrontare le situazioni anche in fase di malattia avanzata.
Dunque si pone la necessità di proseguire la ricerca con studi randomizzati controllati, con metodologia rigorosa, e adattamento dei trattamenti a differenti malattie e stadi, allargando le finalità al miglioramento della qualità di vita, le cure fisiche, e inerenti la salute fisica, esplorando fattori coinvolti e delineando rapporto dose-effetto e durata e frequenza ottimali, nella pratica al domicilio.
In particolare viene sottolineata come la pratica meditativa abbia implicazioni cliniche di rilievo nell’alleviare la sofferenza fisica e psichica delle persone che vivono con il cancro.
A tal proposito non si specifica se siano intesi i soli pazienti, ma ci piace pensare che siano coinvolti da tale riflessione anche tutti coloro che con il paziente vivono e condividono quotidianamente un percorso difficile.
Meditazione Sahaja Yoga
Trattasi di una antichissima pratica meditativa descritta nei testi sacri indiani.
Recentemente riproposta da Shri Mataji Nirmala Devi, due volte candidata al Nobel per la pace, premiata con innumerevoli tributi per il suo lavoro umanitario tra cui la “Mention of Honour” del Congresso degli USA, “Membership of Honour” dell’Accademia di scienza di S.Pietroburgo(Russia), PhD in Cognitive sciences della Università di Bucarest, Romania, che instancabilmente e gratuitamente insegna tale percorso da trentacinque anni.
Sahaja yoga, presenta numerose caratteristiche per cui ben si presta allo studio e alla applicazione in protocolli integrati che qui di seguito elenco:
Elementi generici
Per quanto tutte le discipline yoga contemplino una componente spirituale, SY è abbracciato e praticato attualmente in 88 paesi nel mondo di diversa cultura, credo e tradizione, poiché esso non richiede adesioni di tipo religioso.
- Non contempla contenuti di tipo politico.
- Viene insegnato gratuitamente.
Elementi specifici
- E’una disciplina che non richiede una attività fisica per cui ben si presta all’uso in pazienti con severe limitazioni di qualsivoglia natura funzionale e/o organica.
- non richiede per la sua pratica un ambiente specifico ma può essere eseguito in qualunque ambito di cura, compreso il domicilio.
- non richiede attrezzature specifiche.
- Per quanto utile conoscere i fondamenti su cui si basa è un percorso in realtà applicabile nell’immediato per la semplicità di apprensione.
- è una forma di meditazione in cui l’avvenimento dello yoga è associato ad una autonoma valutazione di esperienza sensoriale riproducibile ad ogni evento.
- poiché si tratta di un percorso di facile applicazione permette di ottenere risultati in tempi relativamente brevi.
- non è una pratica di tipo passivo in quanto la meditazione è volontaria, attiva e a cura del paziente, per cui lo rende partecipe e responsabile del proprio percorso.
In questa disciplina ci viene presentato un grafico del corpo umano antico di varie migliaia di anni in cui ci viene proposto un modello del corpo umano di tipo energetico.
In esso è rappresentato un sistema noto come corpo sottile che consta di tre canali corrispondenti al simpatico di sx di dx e parasimpatico e sette chakra principali che corrispondono a sette plessi del nostro sistema nervoso.
La traduzione del termine chakra dal sanscrito, è letteralmente: ruota e indica un campo elettromagnetico.
L’esistenza di tali campi elettromagnetici è dovuta alla attività elettrochimica di conduzione del sistema nervoso e illustrata dalla fisica, che spiega come il passaggio di una corrente attraverso un conduttore generi dei campi elettromagnetici, che nel caso del nostro corpo si generano attorno ai plessi nervosi distribuendosi sul piano orizzontale corrispondente al plesso e stratificandosi uno sull’altro.
Fondamentale il SNA (vegetativo) come elemento di raccordo tra i vari campi ed il SNC ( sistema nervoso centrale).
Interessanti studi hanno pubblicato modifiche di varia natura in varie aree del cervello durante l’attività meditativa dell’essere umano.
La riduzione di attività del SRA, una riduzione di attività corticale temporale, parietale e frontale, nell’insula, nel talamo, nell’amigdala e nella corteccia del cingolo quindi con un particolare interessamento del sistema limbico, sono solo alcuni dei fenomeni registrati.
Modifiche EEGrafiche( comparsa di onde alfa in una prima fase e theta nella meditazione più profonda) dimostranti una attività basale diversa da quella onirica, definita in SY come “consapevolezza senza pensieri”, ma almeno paritetica, in senso di rilassamento e ritmo di funzioni basali regolate da asse ipotalamo-ipofisario ed aree associate.
Modifica di release di neuro mediatori ed ormoni come melatonina, serotonina e betaendorfine le cui concentrazioni variano e di cortisolo, adrenalina e noradrenalina che invece si riducono.
Durante la meditazione è stato misurato un release di betaendorfine fino al 70% superiore alle concentrazioni raggiunte durante attività sportiva agonistica con notevoli conseguenze su diverse sfere.
Il rilascio di tali molecole in così elevata concentrazione nell’area limbica, comporta una modulazione ed una moderazione della attività emotiva dell’individuo conferendo allo stesso una stato descritto come di maggiore lucidità e distacco, maggiore fiducia in se stessi, minore sensibilità all’ansia, allo stress e la comparsa graduale di una atteggiamento più ottimista.
L’attività endorfinica modula il dolore e la componente psichica dello stesso.
Inoltre tali molecole hanno dimostrato capacità di stimolazione delle cellule NK in senso proliferativo e di attivazione nei confronti di target quali agenti infettivi e cellule tumorali. Altro parametro rilevato e confrontato con gruppi controllo l’aumento dei linfociti Th B.
Studi dimostrano come la concentrazione plasmatica della MLT sia aumentata in coloro che regolarmente praticano la meditazione ed in particolar modo, come la meditazione del mattino sia in grado di ridurre la concentrazione, mentre la meditazione serale contribuisca ad aumentarla.
Ciò evidenzia come la meditazione rappresenti una via di potenziamento di ruolo del ciclo circadiano, le cui funzioni sono di primaria importanza per il mantenimento di una miriade di fini equilibri da cui deriva lo stato di salute.
Di qui il consolidarsi dell’ipotesi che tramite l’asse neuro endocrino si ottenga una stimolazione e riequilibrio del sistema immunitario dell’individuo praticante meditazione.
Modifiche dell’organismo interessano l’apparato cardiocircolatorio con riduzione della frequenza del battito cardiaco, della pressione arteriosa, miglioramento del flusso linfatico e conseguente migliore perfusione di tessuti ed organi.
Riduzione della frequenza degli atti respiratori con conseguente riduzione del consumo di ossigeno e quindi riduzione del fabbisogno energetico, riduzione della tensione muscolare.
Accelerazione dei processi di guarigione postoperatoria, riduzione della percezione del dolore fisico, possibile scomparsa di sintomi da stress, tensione nervosa, insonnia ed emicrania e ridotta dipendenza da sostanze tossiche(abuso di farmaci, alcool, tabacco e droghe).
Le recenti scoperte inerenti la complessa natura del sistema nervoso enterico, comparso ai nostri occhi con la complessità funzionale ed organizzativa di un secondo cervello per i numerosi tipi di neuroni attivi (14 tipi diversi rilevati finora) ed almeno 26 neuro trasmettitori diversi, riportano l’attenzione agli effetti della meditazione sulle patologie cosiddette psicosomatiche ed in particolare manifeste a livello gastroenterico, inteso come controllo e guarigione.
Si associano altri effetti riportati di grande interesse quali:
sviluppo della creatività, rafforzamento della volontà e della determinazione, maggiore lucidità mentale, aumento della memoria e della intelligenza, intesa come QI e come intelligenza emotiva, superamento di paure e fobie, la comprensione del ruolo della sofferenza nel proprio vissuto e quindi del Karma, lo sviluppo della intuizione, il contatto profondo con il proprio Se e l’Unione, infine la gioia di vivere una vita ricca e appagante.
E’ importante ricordare come l’esperienza meditativa sia assolutamente soggettiva.
E’ in via di comprensione l’alchimia della meditazione, si può addirittura obiettivare lo stato meditativo con diverse tecniche d’indagine, EEG ad esempio,ma allo stesso tempo, imparato il percorso, il lavoro è individuale e la sola pratica regolare porta alla scoperta interiore e alla via della conoscenza.
Molteplici osservazioni ci indicano un sistema molto complesso di meccanismi che sottintende ad un corretto o patologico funzionamento del nostro organismo che richiede continui approfondimenti, ma ci indica anche come la introduzione di una così antica disciplina sia in grado di modernizzare e completare le nostre conoscenze arricchendoci anche di mezzi per controllare l’attività apparentemente anarchica di un sistema nervoso centrale ed infine autonomo che in realtà così autonomo non è!
Le caratteristiche sopra elencate, associate ad osservazioni inerenti la efficacia di SY nei pazienti oncologici, riportate in letteratura quindici anni orsono dal Prof Rai, eminente fisiologo,hanno motivato la introduzione di Sahaja yoga nel percorso di studio e ricerca scientifica promossa dal modulo di oncologia palliativa integrata dell’ADO di Ferrara.
molto interessante l articolo sono assolutamente convinta della necessità di sostenere il malato oncologico con un supporto ” spirituale” , c è nella città di napoli un centro dove si pratica la meditazione sahaj yoga? grazie
Cara Rita,
noi non conosciamo centri che praticano questo tipo di yoga.
Mi congratulo con la vostra Associazione ARTOI e credo moltissimo nell’Intervento MenteCorpo come forma di INTEGRAZIONE con la medicina ufficiale.
Cordiali Saluti Dott. Nazzareno Quinzi