Intervista al prof. Gianni Amunni sul Manifesto del Cracking Forum Cancer sottoscritto da Artoi.

“Alcuni strumenti delle cosiddette medicine integrate sono fondamentali nel supporto al paziente oncologico. E’ necessario il dialogo e il confronto senza pregiudizi ”.

Ad affermarlo è il prof. Gianni Amunni, oncologo e direttore generale di ISPRO (Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica) in un’intervista che ci ha concesso dopo il Cracking Forum Cancer di Firenze: “Il cancro non è più la malattia del passato ma ancora non è guarito. Si sta sgretolando. Dobbiamo unire le forze per dare il colpo di grazia”.

All’indomani del grande successo del Cracking Cancer Forum, l’evento che si è svolto a Firenze il 9 e il 10 maggio scorsi, nato per creare una rete tra tutti gli attori impegnati nella prevenzione e nel contrasto al cancro (tra cui la nostra associazione ARTOI), facciamo il punto con uno degli ideatori, il prof. Gianni Amunni, oncologo e direttore generale di ISPRO (Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica), ente del Servizio Sanitario Regionale della Toscana.

Com’è nata l’idea di questa importante iniziativa che ha messo a confronto tutti gli attori coinvolti nella prevenzione e nella lotta alla malattia oncologica?
E’ nata essenzialmente con obiettivo di ragionare in maniera diversa su questa patologia, di usare un nuovo linguaggio, promuovere un’assunzione collettiva di responsabilità da parte di tutti i cittadini, sani e malati, e soprattutto cercare di fare previsioni, di capire cosa c’è dietro l’angolo nella cura.

Prima di fare previsioni, avete analizzato la situazione attuale. Quale è la fotografia che ne è scaturita rispetto allo stato ad oggi della lotta al cancro? Quali sono i principali punti di forza nel nostro Paese e quali quelli da migliorare?
Nel nostro Paese la ricerca oncologica è sicuramente una delle più importanti e significative nel quadro internazionale. Un altro elemento di forza è che si sta diffondendo sempre di più il modello organizzativo delle rete, che consideriamo il modello più adatto a rispondere alle esigenze dei malati di tumore. Chiaramente la criticità è quella della ancora troppo significativa differenza che c’è tra le diverse regioni italiane nelle presa in carico del paziente oncologico.

Una differenza ancora oggi a svantaggio delle regioni del Sud … Esiste ancora il fenomeno dell’emigrazione verso Nord dei pazienti oncologici?
Purtroppo si!

Tornando al Forum, tra i suoi meriti  c’è quello di aver acceso i riflettori sul linguaggio e sulla modo di comunicare la malattia. Qual è il principale cambiamento che deve avvenire in tal senso?
Io penso che, a fronte di una evoluzione importantissima in termini di risultati terapeutici, si affronti ancora questo tema con un linguaggio del secolo scorso. I guariti da tumore vengono chiamati “sopravvissuti”, quelli che hanno avuto una cronicizzazione della malattia vengono chiamati “lungosopravviventi”. Si capisce che anche in questi termini c’è una visione che non è più quella reale.

Come dobbiamo cambiare allora il linguaggio? E, soprattutto, chi lo deve cambiare? I media? Gli operatori della comunicazione? I medici?
Vanno cambiate le parole ogni volta che si affronta questo tema. Quindi il mondo dei media, gli operatori ma anche i cittadini in generale che a a volte, quando parlano di questa patologia, invece di cercare di approfondire le cose, fanno gesti scaramantici.

Dal Cracking Cancer Forum di qualche settimana fa è scaturito un Manifesto. Può spiegarne il valore e può dirci quali sono i dieci punti che lo costituiscono?
Questo Manifesto cerca di dire cose ovvie ma spesso le cose ovvie sono quelle più avanzate. Chiama ad un impegno, per esempio, a curare tutti. E tutti nella stessa maniera. Tutti al meglio. Chiama all’impegno a promuovere l’innovazione e distinguere tra l’innovazione e la semplice novità, nonché a promuovere la ricerca in modo indipendente e a cambiare il linguaggio. Sono cose banali che però, se si dovessero realizzare, rappresenterebbero un passo in avanti assolutamente eccezionale.

Lei ha fatto riferimento alla necessità di promuovere la “ricerca indipendente”. Cosa intende?
Intendo che la ricerca in campo oncologico è soprattutto sostenuta dalla grande industria che produce anche farmaci e che fa un lavoro assolutamente necessario ed importante. Certo è che bisogna anche sostenere la ricerca che non ha sponsor. La Regione Toscana ha promosso quest’anno un bando per la ricerca che prevede per il settore oncologico alcuni milioni di euro. Ecco, credo che questo sia un esempio da seguire.

Noi di ARTOI sentiamo moltissimo questa tematica proprio per la nostra attività di ricerca. Quanto è importante il confronto con altri punti di vista, soprattutto con tutto il lavoro che viene svolto nel campo delle terapie oncologiche integrate, che, lo ripetiamo sempre, NON sono alternative ma complementari rispetto ai percorsi delle terapie “tradizionali”?
Posso portarle l’esperienza della mia Regione Toscana in merito alle terapie oncologiche integrate. Il primo passo deve essere quello di un dialogo tra questi due mondi per mettere da parte pregiudizi o retropensieri. Il secondo passo necessario è che sia diano messaggi comuni e condivisi ai pazienti affetti da questa patologia. Ci sono alcuni strumenti delle cosiddette medicine integrate che sono fondamentali nel supporto al paziente oncologico. Faccio un esempio per tutti: l’agopuntura per il controllo del vomito da chemioterapia. Io credo che la cosa più importante che abbiamo fatto in questi anni, oltre a dialogare e confrontarsi con spirito collaborativo, sia stata quella di dare un messaggio comune ai pazienti che spesso, proprio per la diagnosi che hanno, sono fragili e talvolta vittime anche di informazioni fuorvianti. Questo è il lavoro più importante da fare.

Chi può sottoscrivere il Manifesto nato dal Cracking Cancer Forum?
Possono sottoscriverlo tutti. Cercheremo di organizzare altre iniziative per raccogliere altre adesioni.

Qual è il suo auspicio per il futuro?
I dieci punti del manifesto potrebbero essere dieci argomenti per dieci iniziative da fare in tutta Italia. Il messaggio più importante del Forum è stato proprio sul tema “Cracking”: il cancro non è più la malattia del passato ma ancora non è “guarito”. Si sta sgretolando. Dobbiamo unire le forze per dare il colpo di grazia a questa patologia.

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