Cos’è l’ipertermia?
Per terapia ipertermica, o ipertermia, si intende il riscaldamento di tessuti biologici ad una temperatura superiore rispetto quella fisiologica. Il riscaldamento dei tessuti ha oggi una larga applicazione clinica:
- riabilitazione ortopedica
- fisioterapia
- traumatologia
- oncologia
L’utilizzo dell’ipertermia nella pratica medica risale alla fine degli anni ’70 grazie agli studi effettuati dal medico Harry Le Veen negli Stati Uniti. Visti gli ottimi risultati successivamente è stata introdotta anche in Italia.
Come funziona l’ipertermia?
Il riscaldamento dei tessuti viene realizzato mediante dei campi elettromagnetici che hanno il vantaggio di arrivare su tessuti localizzati in profondità. Le onde elettromagnetiche utilizzate sono quelle comprese nell’intervallo di frequenze che va dalle microonde alle onde corte, sino alle onde lunghe. Attualmente, per il trattamento di tessuti situati in profondità, si usa la frequenza di 13,56 MHz che permette di ottenere un riscaldamento in profondità, non invasivo e senza provocare ustioni sulla superficie della pelle. Per trattare delle zone superficiali si passa a onde elettromagnetiche di frequenza pari a 300-900 MHz.
La temperatura dei tessuti circostanti viene mantenuta inalterata in quanto la frequenza delle onde elettromagnetiche è tale da scaldare con precisione solo la zona da trattare, senza dissiparsi in altre zone del corpo.
Ipertermia in oncologia
L’ipertermia oncologica, si basa sul principio che scaldando il tessuto tumorale, le cellule tumorali si indeboliscono, si danneggiano irreversibilmente, non riescono più a replicarsi e vanno incontro a morte cellulare. La temperatura tale da provocare l’apoptosi delle cellule tumorali e alla quale quindi viene portato il tessuto malato è di circa 41°C – 45°C.
Ciò si è reso possibile dalle caratteristiche della vascolarizzazione tumorale: i vasi sanguigni del tumore, infatti, privi dell’impalcatura muscolare, non consentono, per mancanza di elasticità, quella vasodilatazione fisiologica che permette un’adeguata dissipazione del calore. In altri termini, il calore rimane intrappolato, i danni che si verificano all’interno della cellula tumorale portano all’aumentata produzione di caspasi (proteine coinvolte nel processo di morte cellulare) e si innesca l’apoptosi.
L’ipertermia mostra maggiore efficacia in associazione alle terapia oncologiche tradizionali:
- indebolendosi col calore le cellule tumorali diventano facilmente attaccabili dai farmaci chemioterapici o dalle altre terapie farmacologiche
- il calore ha un effetto radiosensibilizzante e potenzia gli effetti della radioterapia sul tumore
- effettuarla prima di un intervento chirurgico può contribuire a ridurre la massa tumorale e permettere al chirurgo di rimuoverla completamente con più facilità.
Ipertermia e terapie tradizionali, senza aumentare gli effetti collaterali, hanno un effetto sinergico e permettono un significativo miglioramento nel controllo della crescita tumorale.
Oltre alla riduzione della massa tumorale, un’altro effetto importante dell’ipertermia oncologica è quello antalgico (antidolorifico).
Il trattamento, cioè il riscaldamento della zona sede della neoplasia, può essere eseguito più volte, secondo i protocolli, ma non più di tre volte alla settimana, per evitare il fenomeno della termotolleranza, cioè la maggiore resistenza cellulare al calore nelle 48 ore successive alla terapia.
Ogni singolo trattamento ha una durata di circa 60 minuti.
Tipologie di ipertermia
L’ipertermia oncologica può essere effettuata principalmente secondo diverse modalità:
- ipertermia classica: si effettua posizionando li strumento emettitore di onde elettromagnetiche direttamente nella zona del corpo dove è presente la massa tumorale.
- ipertermia corporea totale: viene riscaldato l’intero organismo. Lo scopo non è quello di distruggere direttamente la massa tumorale ma indurre una sorte di stato febbrile in modo da stimolare il sistema immunitario e potenziarlo contro il tumore. In questo tipo di ipertermia vengono utilizzate delle camere termiche.
- ipertermia interstiziale: vengono riscaldare direttamente le lesioni tumorali, introducendo appositi aghi, sotto guida ecografica, per via transcutanea.
- Ipertermia infusionale: si basa sull’utilizzo di lavaggi peritoneali con una soluzione riscaldata.
Per quale tipologie di tumori è indicata l’ipertermia?
L’ipertermia è indicata in tutti i tipi di tumore solido di qualsiasi distretto corporeo, compresi i tumori ematologici nel caso in cui si sono venuti a formare aggregati linfonodali riconoscibili.
Controindicazioni ed effetti collaterali
L’ipertermia è un trattamento non doloroso e privo di effetto collaterali.
E’ controindicato nei soggetti portatori di pacemaker, di placche o stent metallici.