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MODULO DI PRIMO CONTATTO
Ogni paziente ha un suo percorso terapeutico legato al tipo istologico di neoplasia, presenza o assenza di diffusione ad altri organi, età, condizioni di salute, patologie concomitanti.
E’ comunque possibile stabilire, in generale, alcune regole generali a cui il paziente dovrebbe sottostare per un miglior trattamento:
- Diagnosi
- Stadiazione
- Terapia
- Follow-up
Diagnosi
La diagnosi istologica della neoplasia è il momento più importante. Il risultato condiziona in modo determinante il proseguo del percorso ed il tipo di trattamento a cui il paziente deve sottoporsi.
Il nostro consiglio è quello di richiedere sempre una “Second Opinion”. Questa è una regola nei paesi europei ed americani. Non è una mancanza di fiducia, ma può essere un mezzo per aver più informazioni riguardo la neoplasia.
Stadiazione
Per una adeguata terapia è necessario conoscere se la neoplasia ha interessato estesamente l’organo, altri organi o strutture dell’organismo.
Attraverso esami strumentali semplici è possibile avere le informazioni.
Ecografia dell’organo ed aree vicine, Tomografia computerizzata (TAC spirale); Risonanza magnetica (RNM); Scintigrafia ossea (in casi selezionati) sono alcuni esami che possono assolvere a questo compito.
Sarà il medico specialista che dovrà decidere, a seconda del caso, quale utilizzare per completare al meglio il percorso.
Per quanto ci riguarda il nostro consiglio è di conoscere a priori lo stato del paziente con esami TAC/RNM ed eventuale Scintigrafia.
L’esame PET-TAC è indicato in quei casi in cui gli esami strumentali sopradescritti hanno messo in evidenza focalità patologiche. Deve essere eseguito almeno dopo un periodo adeguato post-chirurgico (almeno 21-30 giorni). E’ comunque necessario eseguirlo almeno una volta dopo l’intervento chirurgico.
Gli esami ematologici riguardanti l’attività del Sistema Immunitario sono per noi una necessità. E’ indispensabile sapere quanto il nostro organismo dovrà essere stimolato per ritornare a funzionare correttamente (conoscere l’attività e la tipizzazione linfocitaria: linfociti T4; linfociti T8; linfociti Natural Killer, etc..)
Terapia
Quando sono stati eseguiti tutti questi esami l’oncologo ha in mano tutti gli strumenti per decidere la terapia più adeguata per il paziente.
La chemioterapia e/o radioterapia con la possibilità di usare Ipertermia o farmaci naturali (terapia complementare o integrata) sono le sue scelte.
Ma il suo lavoro non è ancora completato.
Quando si ha il primo incontro con il paziente, normalmente è in suo possesso una diagnosi istologica completa. E’ a questo punto che nella richiesta di esami per la stadi azione non possono mancare gli esami genetici per la farmacogenomica
E’ la fase giusta in cui c’è il dovere di prescriverli ed eseguirli. Seguendo i protocolli antiblastici per la patologia l’oncologo conosce il tipo di farmaco da utilizzare. Con i tests di farmacogenomica si va a considerare non se il farmaco in se agisce, ma se quel farmaco è efficace nel nostro paziente.
Non è una valutazione sul farmaco ma sulla sua possibile utilità per lui. Sappiamo che esistono piccole alterazioni genetiche ( indicate come polimorfismo genetico) che rendono il farmaco poco utilizzato e “metabolizzato” dall’organismo, aumentando così gli effetti tossici a discapito di una sua efficacia. E’ un esame fondamentale che riteniamo indispensabile poter eseguire.
Nella decisione dell’approccio terapeutico concorrono più aspetti: diagnosi, stadiazione, terapia medico-strumentale e psicologica. Non deve essere sottovalutato mai l’aspetto psicologico del paziente e di tutte le persone coinvolte. L’approccio psico-oncologico deve seguire di pari passo quello medico.
L’alimentazione adeguata è un’altra caratteristica del percorso terapeutico dei pazienti. La nutri genomica è una realtà internazionale che deve essere adeguatamente conosciuta anche in Italia.
Follow-up
Le fasi di controllo devono riguardare lo stato fisico del paziente. Ma in questa fase deve essere presa in considerazione la prevenzione e protezione.
E’ in questo campo che ci diversifichiamo in maniera determinante rispetto ai trattamenti convenzionali. Secondo il nostro pensiero il paziente dovrà sempre essere seguito con attenzione con terapie adeguate atte ad evitare le ricadute.
I controlli strumentali sono “diagnosi precoce” delle ricadute, non prevenzione.
Per prevenzione e protezione noi intendiamo tutta una serie di terapie mediche farmacologiche che riducano la probabilità di ripresentazione della malattia. La stimolazione del Sistema Immunitario, una adeguata assunzione di farmaci che proteggono l’organismo da ricadute sono i cardini della Terapia Oncologica Integrata.
Il paziente affetto da patologia neoplastica è un soggetto che ha deficit immunitario e minimi deficit del genoma.
Esistono farmaci che controllano questi deficit e riducono la possibilità di ricadere. Noi consigliamo a tutti i nostri pazienti di proteggersi con farmaci naturali, una dieta adeguata, un miglio rapporto con se stessi e l’ambiente.
I controlli pertanto saranno strumentali (TAC/RNM, etc,..) ematologici (Sistema Immunitario, attività cellulare, etc..), psicoterapia, controllo alimentazione adeguata, attività fisica.