Riteniamo assolutamente indispensabile che la somministrazione del vaccino, qualunque esso sia, avvenga sotto la guida specialistica del medico che ha in cura e trattamento il paziente oncologico, al fine di tutelare al meglio la sua salute trovando la finestra temporale adatta che possa mantenere integro il percorso del trattamento integrato in oncologia.
Sono queste le parole che il presidente di ARTOI (Associazione terapie oncologiche integrate), dott.Massimo Bonucci, scrive a gran voce nella lettera aperta che l’associazione di ricerca terapie oncologiche integrate ha inviato al viceministro della salute Pierpaolo Sileri e alla Federazione nazionale ordine dei medici e odontoiatri all’indomani delle prime vaccinazione anti Covid.
Il presidente Bonucci ricorda nella lettera che di tutti i vaccini che hanno ultimato o sono sul punto di ultimare le prove di sperimentazione (fase 3), solo quelli a mRNA di Pfizer e Moderna hanno avuto da EMA ed AIFA la loro approvazione per l’uso di massa.
Le criticità dei vaccini anti Sars-Cov2
Esistono però, insiste il presidente di ARTOI, alcune criticità per entrambi i tipi di vaccini e riguardano soprattutto effetti collaterali a breve termine e la loro efficacia nel tempo (il follow-up medio è a 9 settimane).
Questo, spiega con chiarezza il dottor Bonucci, è dovuto alla brevità temporale degli studi (in entrambi i tipi sono solo 6-8 mesi) e per certi versi, almeno per quelli a mRNA, anche per la complessità dello stoccaggio e mantenimento del vaccino. L’mRNA è molto labile e necessita di un mantenimento a temperature di -70/-80C.
In entrambi i tipi di vaccini mancano ancora poi gli studi clinici in determinate categorie di persone: i pazienti oncologici, i pazienti immunodepressi, i pazienti con malattie autoimmunitarie, i pazienti con malattie cronico degenerative cardiorespiratorie e/o neurodegenerative.
Ciò che più impone un atteggiamento prudenziale, prosegue il presidente ARTOI nella lettera, è la mancanza di sperimentazione nei pazienti oncologici e quindi i dati sugli effetti della vaccinazione su questi soggetti, timing di vaccinazione, effetti del mRNA spesso sulle lesioni neoplastiche presenti e la risposta di tipo cellulare indotta.
La risposta immunitaria, si legge nel documento di ARTOI, è la “conditio sine qua non” per produrre anticorpi neutralizzanti, da linfociti B memoria, e attivare altri elementi quali i macrofagi e linfociti T in grado di eliminare le cellule infettate dal virus Sars-Cov2.
Somministrazione del vaccino e trattamenti oncologici
Quindi, prosegue la lettera del dottor Bonucci, la somministrazione del vaccino non deve avvenire in concomitanza di trattamento radioterapico, chirurgico, chemioterapia, farmaci biologici che interferiscono con la immunità cellulo-meditata.
Nei pazienti oncologici abbiamo molto spesso una riduzione dell’attività del sistema immunitario ancor più aggravata dai trattamenti antitumorali e quindi nei pazienti oncologici potrebbe essere impossibile avere una risposta immunitaria adeguata al vaccino.
In corso di chemioterapia, sottolinea ARTOI, i linfociti B sono notevolmente ridotti tanto che i pazienti necessitano di fattori di crescita midollari per riprendersi e quindi pensare di vaccinare un paziente in questo stato di salute, significa metterlo nelle condizioni di non rispondere adeguatamente alla richiesta di anticorpi e sottoporlo invece ad uno stress infiammatorio e sostanzialmente compromettente il decorso atteso della patologia tumorale.
Sia i dati clinici delle sperimentazioni che quelli ottenuti nei primi giorni di somministrazione dei vaccini hanno evidenziato la presenza di effetti collaterali, in un numero non esiguo di soggetti (riportato nel 50%): cefalea, febbre, reazioni allergiche anche danni neurologi.
Per questo, conclude la lettera, ARTOI e il suo presidente Massimo Bonucci, ritengono assolutamente necessario in primis un approfondimento di studio per i pazienti oncologici e in secondo luogo la presa di consapevolezza che la decisione di vaccinarsi, doverosa per tutto il personale sanitario, per alcune categorie di persone/pazienti spetta al medico che ha in cura questi soggetti fragili.
Buon pomeriggio, purtroppo ho letto tardi questa lettera del dottor bonucci. La mia mamma carcinoma al seno metastatico in cura con ribociclib e letrozolo, ottima risposta alla terapia tutto ridotto del 50 percento. Dopo la prima e la seconda dose ha avuto un aumento dei marker e peggioramento delle metastasi osee. Sinceramente ho paura a farle fare la 3 dose
Non dovrebbe esserci correlazione.
Buonasera, a me è successa la stessa identica cosa. Ribociclib e letrozolo e netto miglioramento per un anno. Vaccino Pfizer in primavera e adesso peggioramento di tutto in particolare della metastasi ossea. Sono preoccupata e chiedo un chiarimento.
Purtroppo non possiamo sapere se c’è correlazione.
Sono malata oncologica(adenocarcinoma ovarico, operata nel 2017, recidiva al polmone nel 2019, embolia polmonare stesso anno) e con risposta allergica ai farmaci, ho chiesto di vaccinarmi al policlinico Federico ll di Napoli e mi è stato detto che non lo fanno, di risolvere con il medico di base…
anch’io sono molto perplessa.
a breve riceverò vaccino Pfizer a mRNA
quali effetti avrà a lunga distanza sul mio stato di salute?
come agisce questo tipo di vaccino sulle neoplasie..o comunque sulle cellule
qualcuno può confortarci?spiegarci?
buongiorno, grazie per questa informazione.
ho finito la chemio terapia e la radioterapia per tumore al seno l’anno scorso ed ora sto assumendo la terapia con letrozolo.
sono molto indecisa se assumere il vaccino considerato che non ho ancora smaltito gli effetti collaterali delle terapie
come mi devo comportare?
grazie
In primis bisognerebbe fare delle analisi per vedere com’è lo stato del suo sistema immunitario
Buongiorno. Ho letto con interesse la riflessione del prof. Bonucci. Chiedo: essendo una malata oncologica in cura con chemio e immunoterapia e avendo i globuli bianchi molto bassi, sono sinceramente preoccupata se dovessero propormi la terza dose del vaccino( vaccinata con pfizer), non essendoci studi in merito. Al di là di quello che mi dirà l’oncologa, non so se sia più rischioso fare la terza dose o non farla…. Grazie per il vostro impegno e professionalità
É proprio il mio stato attuale di paura e di riflessione . Sono una malata oncologica sotto terapia da un anno .Carcinoma dirtele infiltrante seno destro. Nessuno mi sa dare una risposta se posso i nn fare il vaccino per il COVID . La nostra categoria dovrebbe essere quella più tutelata e infornata . Vorrei un po di conforto e spiegazioni in più in merito a questo vaccino e capire se possiamo farlo .